Sono fame di Natalia Guerrieri

Se un autore lavora nel cinema o nel teatro, lo avverti subito.

In questo romanzo distopico, arrivato finalista al premio Inge Feltrinelli 2023, è così. Natalia Guerrieri scrive per il cinema e il teatro: rende visivo ciò che racconta, mischia piani narrativi e temporali, tratteggia scenografie e copioni in brevi racconti.

Una ragazza lavora come “rondine” per una società di consegna cibo a domicilio. Ci troviamo nella capitale, città senza nome che pare avere un corpo, in cui le strade sono dei numeri, i rapporti personali sono pochi e il freddo che si sente è tanto, nonostante la calura estiva. 

In questo clima straniante, in cui solo la ragazza, Chiara, insieme a pochi altri perde l’anonimato, compare un piano narrativo diverso, fatto di singole frasi lasciate a metà, che apre uno spiraglio sulla sua vita familiare. Compaiono così i flash back, pochi e misurati, che restituiscono un po’ di calore, seppur (anche) doloroso. 

I passaggi temporali sono fluidi, ma ancora di più colpisce la fluidità con la quale si alternano, insieme a questi, gli altri piani narrativi. Quello dei messaggi scambiati con un fantomatico mario, che prima fornisce solo indicazioni utili agli spostamenti e poi sembra diventare un (il) grande occhio. Quello di Chiara, o per meglio dire della mente di Chiara, quando si vuole estraniare da situazioni che non regge. E poi la chicca assoluta, i resoconti delle consegne ai clienti: racconti brevissimi, narrati in terza persona come da un regista, stranianti al limite dell’inverosimile ma mai con elementi fantastici, e dunque ancora più disturbanti: dei veri e propri assaggi di una scena che si svolge su un palcoscenico, con le luci che cambiano e l’obiettivo che si sposta, seguendo i personaggi che si muovono in quello spazio finito. 

Se ci sia speranza non si sa: il finale è aperto, o forse no. Dipende da ciò che il lettore sente dentro di sé, nelle viscere, sulla vita, sulla possibilità di trovare un modo per esprimere sé stessi, di fare pace con la propria storia familiare, di immaginare un futuro oppure no. 


Natalia Guerrieri, Sono fame, Pidgin, 2022

6 Comments

  • ftnewnotio ha detto:

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© Francesca Ferrua 2023