Come si fa a riempire lo spazio vuoto lasciato nel cuore di un bambino dalla morte di un genitore?
La domanda è molto chiara, la risposta molto meno. Giulia Muscatelli ci racconta la sua ricerca di quella risposta, il suo percorso in cui anima e corpo si sovrappongono, l’uno per salvare l’altro, dopo la morte in un incidente di suo padre, quando lei aveva solo undici anni.
Balena: già lo spazio domina tutto, fin dal titolo. Chi è Balena? È proprio lei, Giulia, che per colmare quel vuoto nel cuore inizia a riempirlo di cibo. Fino a diventare quasi 100 kg. Balena è il soprannome che le viene dato da due compagne di classe: quando la chiamano così per la prima volta, lei si gira istintivamente. È “il suono della nuova specie che per anni” avrebbe abitato.
Il vuoto lasciato dal padre non è tollerabile: Giulia occupa il suo posto nel letto, il suo posto a tavola. Il corpo ancora quasi bambino diventa talmente grande da poter ospitare due persone: se stessa e lui. Il cibo, in casa loro, aggiustava tutto: Giulia occupa lo spazio di un animale enorme e ne vuole occupare sempre di più. Eppure, dice, la vergogna è riservata gli uomini, e allora il mangiare ancora e ancora, per portare alle stelle la vergogna di sé stessa, le fa allo stesso tempo sentire di essere umana, non bestia.
Il corpo è intelligente: quando ha freddo, l’ipotalamo manda sangue al centro del corpo per proteggere gli organi vitali. E così, per lei, il suo corpo si allarga e si allarga, per nascondere e proteggere tutto quello che c’è nella sua testa.
In questa storia, dolorosissima e profondissima, si sente un amore immenso. È il vuoto d’amore, ma anche l’amore per la madre, che Giulia vuole proteggere, facendosi carico della sua sofferenza e non permettendosi di esprimere la sua, di bambina. Lo spazio occupato dalla madre è l’unico in cui lei si sente sicura.
Sprofondando con lei in questo corpo gigantesco, tocchiamo anche noi questo dolore e, con il suo, quello degli altri, apparentemente forti e dominanti, in realtà feriti come lei. È quello che impara a riconoscere Giulia, nelle sue compagne crudeli ma con il bacino di anoressiche, e in sé stessa quando, ormai magra, usa il suo corpo al contrario, ovvero per essere desiderata dagli uomini.
Il genere del memoir permette all’autrice di raccontare la sua storia in bilico tra la distanza e l’immedesimazione, e permette di esprimere riflessioni che giungono direttamente al lettore come tali. Nessuna finzione, si va dritti al cuore delle cose, nelle parole scritte e in tutto ciò che viviamo.
Giulia Muscatelli, Balena, nottetempo, 2022
Immagine di copertina: Marylou Faure

